Simone Andreoli SMOKE OF DESERT

SMOKE OF DESERT – Simone Andreoli

Il respiro sacro del deserto

Smoke of Desert è un viaggio sensoriale nel cuore spirituale dell’Oman, terra arida e luminosa dove l’incenso non è solo un profumo, ma un ponte verso il divino. In questa fragranza intensa e ipnotica, Simone Andreoli celebra la resina più preziosa e rituale del mondo: l’incenso dell’Oman, utilizzato da millenni per evocare presenze, consacrare spazi e connettersi con ciò che è eterno.

Con Smoke of Desert, la profumeria artistica si fa liturgia. Il profumo avvolge come una nube sacra, densa e mistica, in cui si intrecciano note resinose, accenni verdi di assenzio, un fondo di cashmere caldo e tocchi cuoiati profondi, come pelle consumata dal sole e dalla sabbia.

Tra le dune, al calare della notte

L’atmosfera è quella di un tramonto nel deserto omanita, quando il vento solleva la sabbia e il cielo si tinge d’ambra e porpora. Le prime gocce di incenso bruciano lentamente, sprigionando un aroma che sa di preghiera, spiritualità e forza ancestrale.

Nel cuore della composizione, le sfaccettature balsamiche dell’elemi si fondono con l’assenzio, pungente e aromatico. La base, vellutata e avvolgente, è costruita con cashmere e cuoio, che donano persistenza e sensualità, come il contatto con un tessuto raro in una tenda nomade sotto le stelle.

Piramide Olfattiva

• Note di testa: Incenso dell’Oman, Elemi

• Note di cuore: Assenzio

• Note di fondo: Cashmere, Cuoio

Per chi è Smoke of Desert

Una fragranza pensata per chi ama:

• i profumi orientali e intensi

• le note sacre e spirituali come incenso e resine

• le esperienze olfattive evocative e non convenzionali

• la profondità, il mistero, il lusso silenzioso

Perfetta per personalità sofisticate, spirituali e introspettive, che trovano nel profumo un mezzo per esprimere il proprio mondo interiore. Smoke of Desert è un profumo rituale, quasi mistico: non si indossa, si vive.

SMOKE OF DESERT - Diario Olfattivo 

Il respiro del deserto accarezza il suolo, sgrana la sabbia e soffia senza far rumore. Il suo cuore batte lento, la sua voce sorda e monolitica sembra il solo suono nei dintorni. Ho cercato con i miei occhi un punto fermo tra le dune, marciando verso Est e ad ogni passo verso l’ignoto perdevo ogni timore, ogni peso. Restano indietro, si dissolvono le orme sulla sabbia come i pensieri del passato che non hanno più nulla da pesare in questo presente. La notte, davanti al fuoco, respiravo incenso; anima del deserto e lacrima terrena dell’essenza divina. Nel cuore del Dhofar Dio lasciò un frammento di sé, oro del deserto, affinché gli uomini potessero bruciarlo per comunicare con Lui. Se gli Dei nelle loro notti oscure fumassero per viziare il proprio spirito, fumerebbero incenso. Ho perso ogni contatto con la realtà per entrare nel mezzo del nulla e lasciarmi andare alla legge del deserto. Una regola non scritta, un codice non espresso ma che impone una visione; guardarsi dentro. Non esiste niente, non succede niente. Parlano i tramonti riflessi nella mia iride ma aspettano l’oscurità per svelare ogni significato. La notte è la poesia del buio, custode di pensieri naufragati e parole con Dio.